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Quando parliamo di inquinamento, sicuramente tutti pensiamo subito a quello dell’acqua  o del suolo o a quello atmosferico, mentre ce n’è  un’ altra molto importante ma ancora troppo sottovalutata dalla maggior parte delle persone:  l’inquinamento sonoro.

 Questo tipo di inquinamento, infatti, è sempre più diffuso anche nel nostro   paese: tra tutti gli stati europei è l’Italia  quello che detiene il primato per il   maggior tasso d’inquinamento acustico con una media di 86dB rispetto ai   65dB indicati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità come limite di   sicurezza; tra i comuni  italiani Palermo ha ricevuto la nomination poco   invidiabile di città più rumorosa d’Italia dopo aver registrato livelli che   superano i 92dB; il capoluogo siciliano è seguito da Firenze, con livelli   massimi di 88,6dB; alla terza posizione Torino, con una media di 86,8dB; al   quarto posto Milano con 86,4dB  di massima e infine la città eterna, Roma,   con un livello massimo di 85dB.

L’inquinamento acustico non è quindi da sottovalutare per  le conseguenze che determina,  numerose e piuttosto gravi; oltre ai danni che, ovviamente, il rumore causa all’apparato uditivo, esso provoca conseguenze alla salute in generale; per esempio, le persone sottoposte a un’alta frequenza di rumori sono più predisposte a soffrire di insonnia o di emicrania, disturbi che possono compromettere la vita quotidiana di chi ne soffre. L’inquinamento sonoro può addirittura provocare patologie più complesse e gravi, come la schizofrenia o le malattie cardiocircolatorie: è, infatti, scientificamente provato che chi è esposto a rumori persistenti è maggiormente soggetto a una secrezione degli ormoni che regolano  lo stress e ad un aumento della pressione arteriosa, e lo stress portato a livelli estremi può determinare l’insorgere della schizofrenia.

L’inquinamento acustico si può risolvere? La risposta è… Sì

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Il Parlamento Europeo ha proposto diverse soluzioni per eliminare gradualmente il problema di cui stiamo parlando; la più gettonata è sicuramente l’utilizzo di veicoli elettrici, che diminuirebbero drasticamente l’impatto del rumore sull’ambiente, essendo più silenziosi di quelli tradizionali. Insieme ai mezzi elettrici sarebbe un’ottima soluzione sostituire l’asfalto tradizionale con quello fonoassorbente, per attutire la rumorosità dei veicoli.

Inoltre, non tutti sanno che anche gli alberi e le piante possono essere eccellenti pannelli fonoassorbenti: è possibile, infatti, ridurre il rumore attraverso una “barriera” verde ai lati delle strade; ciò comporterebbe dei grandi vantaggi, sia sul piano economico, dato che gli alberi sono meno costosi dei pannelli artificiali, sia su quello della qualità dell’ambiente, perché essi purificano l’aria trasformando nel processo di fotosintesi l’anidride carbonica in ossigeno.

L’inquinamento acustico si può quindi ridurre, se tutti contribuiscono facendo la propria parte, perché si sa… L’unione fa la forza!

COSE DA SAPERE SULL'INQUINAMENTO ACUSTICO

Classe 3B del Liceo Lussana di Bergamo

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