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Sin dall’antichità le stelle venivano ammirate, studiate ed interrogate; possedevano dei poteri speciali, tanto che ancora oggi esiste l’astrologia, una disciplina che studia gli astri a fini propiziatori. Stephan Hawking dice: “Guardate le stelle e non i vostri piedi. Provate a dare senso a ciò che vedete e chiedetevi perché l’universo esiste”.

 

Il cielo ogni notte ci dona degli spettacoli unici. Peccato che a causa dell’inquinamento luminoso sia sempre più difficile ammirare il suo splendore. Proprio in questi ultimi anni si riscontra un aumento cospicuo di questo tipo di inquinamento causato dalla luce artificiale che impedisce la contemplazione.

Perciò sorge spontanea una domanda: “Cos’è l’inquinamento luminoso?”

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Si tratta di una forte dispersione della luce artificiale che non si limita ad illuminare ciò che deve illuminare, ma va va al di sopra di esso, superando di gran lunga la linea dell’orizzonte. In poche parole questa tipo di inquinamento è provocato da tutte le luci artificiali come quelle degli apparecchi elettronici, delle lampade, dei lampioni e delle insegne pubblicitarie.  

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L’inquinamento luminoso è dunque causato principalmente dalla eccessiva emissione di luce ad opera di impianti di illuminazione non del tutto a norma, cioè di tutti quelle istallazioni che non emettono solo la luce utile per la visione notturna proiettandola verso il basso - come si dovrebbe fare- , ma ne disperdono una buona parte in altre direzioni.

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A volte si pensa che l’inquinamento luminoso sia un problema che interessa  solo agli astronomi, agli astrologi e agli astrofili. In realtà esso è un problema per tutti gli esseri umani. Sin dal principio della sua esistenza l’uomo si è abituato a dei ritmi circadiani, cioè cicli che si compiono  ogni 24 ore e con i quali si ripetono regolarmente certi processi fisiologici.

 

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Solitamente questi cicli circadiani sono moderati sia da fattori esterni come la luce e la temperatura sia da un fattore interno come l’orologio biologico. Stando alle ricerche dell’OMS, l'Organizzazione Mondiale della Sanità, una esposizione continua alle radiazioni luminose implica nell’uomo un’alterazione di questi ritmi, ad esempio il mutamento del bioritmo dell’alternanza del giorno e della notte. Proprio per ciò l'Organizzazione ha collocato questo tipo di inquinamento tra i fattori probabilmente cancerogeni, dal momento che essa ha constatato un aumento di tumori tra la gente che per motivi lavorativi è soggetta ad un’illuminazione artificiale. Inoltre, il cambiamento dei ritmi circadiani da parte della luce artificiale comporta altre patologie come depressione, diabete, abbassamento delle difese immunitarie e obesità.

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Fortunatamente, esistono dei modi per prevenire l’inquinamento luminoso e non per forza questi metodi prevedono l’oscurità totale. Ad esempio ci sono istallazioni illuminanti cut-off che evitano la dispersione luminosa attraverso una corretta inclinazione del fascio luminoso verso il basso e una giusta intensità luminosa (infatti deve sempre esser scelta solitamente una luce gialla e con potenza moderata).  Inoltre grazie alle nuove tecnologie si possono sfruttare strutture con sensori di movimento, utili per evitare lo spreco in eccesso delle radiazioni luminose.

 

Dato che  nella vita tutto è possibile, a volte basta un atto di volontà. Lo studio fatto sui libri di scienze sui vari tipi di inquinamento non serve quasi a nulla se resta solo sul piano della teoria; dal momento che nella vita bisogna agire, poi agire ed ancora agire, non ci si deve mai limitare soltanto a questo, ma incominciare a fare qualcosa di concreto ad esempio riducendo l’intensità della luce nelle proprie abitazioni, nelle grandi aziende e nelle città. Solo così si potrà ottenere un futuro migliore, un mondo più pulito.

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Un problema troppo sottovalutato

Immagine tratta dal sito del corriere della sera

Classe 3B del Liceo Lussana di Bergamo

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